Mappe sismiche: zonizzazione e realtà a confronto

Come non mai in questi giorni il terremoto ha colpito la zona dell’Emilia Romagna e della Pianura Padana, due zone che si pensava fossero una fortezza che riparava gli abitanti dalle scosse sismiche.

Dal 20 maggio sino ad oggi queste due zone sono state fortemente colpite da vibrazioni e oscillazioni improvvise, dalle più deboli alle più intense fino ad una soglia di magnitudo 5.9 il 20 maggio alle 04.00 e la più recente di magnitudo 5.1 il 3 giugno alle 21.20.

Tante sono le domande che sorgono in questi momenti in particolare sul perché di tali spostamenti in zone dichiarate non sismiche. Nello specifico le due zone non erano state classificate come sismiche fino al 2003, a dispetto però di molteplici evidenze fornite dagli studi scientifici. Infatti la mappa sulla pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale considera le zone coinvolte a pericolosità media.

Purtroppo i danni che queste scosse hanno provocato in poco più di 14 giorni hanno colpito il cuore di molte città storiche come Finale Emilia, Mirandola, Mantova e tante tante altre.

Di seguito vengono riportate le mappe degli eventi sismici con magnitudo più forte che mostrano le accelerazioni di picco registrate ed espresse in percentuale della accelerazione di gravità (%g). Nello specifico le due mappe si riferiscono ai risultati dell’elaborazione denominata Shake Map per la stima dei parametri di scuotimento del suolo sulla base di dati osservati e delle successive interpolazioni che fanno uso sia di conoscenze sismologiche che di ingegneria sismica. Dai valori delle mappe di zonizzazione sismica fornite dall’INGV Istituto Nazionale di geologia e vulcanologia si evidenzia che in caso di eventi sismici nelle zone in oggetto la forza di gravità g per la progettazione degli edifici dopo il 2003 è di 0,150 g, invece le forze che si sono sviluppate durante il sisma emiliano lombardo hanno un valore di 0.35 g nell’epicentro.

Fonte

INGV

 

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