CASA A PATIO: Incontro con il Progettista

Il Progetto “Casa a Patio” è stato elaborato dall’ Arch. Stefano D’Alessandro in occasione del Concorso “Un guscio per vivere in sicurezza e armonia“.

Da quale idea è nato il progetto?

Il progetto nasce dall’idea di riuscire a coniugare le esigenze di un edificio aggregato in linea, con le caratteristiche tipologiche di un’unità abitativa di base a patio. Si è constatato, infatti, che spesso nella realizzazione di unità abitative, sia singole che aggregate, c’è una totale mancanza di relazione tra spazi interni e spazi esterni. Lo spazio esterno è percepito come un elemento estraneo alla casa, vissuto esclusivamente attraverso le aperture verticali e orizzontali, oppure accessibile mediante balconi. Il patio, al contrario, crea uno spazio esterno “interno” alla casa, divenendo esso stesso elemento distributivo dell’alloggio.

Perché ha scelto questo nome per il progetto?

La casa a patio è una tipologia architettonica utilizzata sin dai tempi dell’antichità, e si è sviluppata nei secoli soprattutto nelle regioni mediterranee, grazie al clima favorevole. La scelta del nome di “Casa a patio” per il progetto, significa voler fare percepire immediatamente le caratteristiche dell’unità abitativa, sia dell’edificio singolo che dell’edificio aggregato. Quest’ultimo, in particolare, deve far comprendere già nel nome di essere costituito da una sorta di “sommatoria” di più case a patio assemblate assieme.

Perché ha ideato questa particolare soluzione tipologica?

Questa soluzione tipologica è stata ideata in quanto si è voluto creare una casa con un’elevata qualità della vita. Il concetto di comfort ambientale non riguarda solo il rispetto delle condizioni termoigrometriche degli spazi interni, ma riguarda anche il modo di vivere gli spazi stessi. Un patio interno alberato, verso il quale affacciano tutti gli ambienti dell’alloggio, influisce positivamente sia dal punto di vista dell’illuminazione interna, sia dal punto di vista della salubrità dell’aria, contribuendo a migliorare lo stato di benessere psicofisico degli abitanti.

Quali sono le finalità del progetto?

Una casa unifamiliare a patio è abbastanza semplice da realizzare dal punto di vista compositivo; più complesso, invece, è riuscire ad assemblare un certo numero di unità abitative su più livelli, ognuna con il proprio patio privato alberato. Una delle esigenze fondamentali, al fine della salvaguardia della privacy, è che nessuno degli alloggi dei livelli superiori abbia degli affacci verso i patii degli alloggi dei livelli inferiori. Questo vincolo condiziona il modo di assemblare l’edificio aggregato, in quanto risulta possibile realizzare esclusivamente una composizione lineare fino ad un massimo di tre livelli, attraverso il semplice accostamento e sovrapposizione delle unità abitative di base. Queste considerazioni hanno imposto una progettazione modulare degli spazi e delle strutture, grazie all’utilizzo del Sistema costruttivo Plastbau per le strutture verticali ed orizzontali.

Secondo quale criterio è stata sviluppata la cellula abitativa?

La cellula abitativa è estremamente semplice nella sua composizione. È costituita da due volumi nettamente separati e collegati tra loro con un terzo volume centrale vetrato, che funge anche da ingresso alla casa. I primi due hanno dimensioni leggermente diverse tra loro: il volume più grande ospita la zona notte (camera doppia, camera bambini, bagno) ed ha dimensioni esterne di 5,50m x 12,50m; il volume più piccolo ospita la zona giorno ( soggiorno, angolo cottura, pranzo) ed ha dimensioni esterne di 4,50m x 10,50m. I due corpi fabbrica sono separati da un patio di 3,50m x 7,00m pavimentato con listoni di pietra ricostruita a effetto legno, e avente, nella parte centrale, una zona riempita con terra ricoperta a prato ed un albero al centro. Sia la zona notte che la zona giorno affacciano verso il patio interno; tale caratteristica permette, nella stagione più calda, che esso possa essere utilizzato come elemento distributivo degli ambienti, creando una continua correlazione tra interno ed esterno.

Quali sono state le scelte compositive dell’edificio?

Sia l’edificio singolo che l’edificio aggregato hanno una netta distinzione tra il prospetto anteriore e quello posteriore, mentre i prospetti laterali sono privi di aperture. La parte anteriore, più “urbana”, è caratterizzata da una finestra a nastro orizzontale nel volume della zona giorno, ricavata nello spazio compreso tra il piano cucina e i pensili superiori; nel volume della zona notte, invece, è posta una finestra a nastro verticale, che costituisce l’affaccio della stanza da bagno. Il prospetto posteriore, più tradizionale e “domestico”, è costituito dagli affacci, identici e a tutta altezza, del soggiorno e della camera da letto doppia, mentre il patio alberato si prolunga verso l’esterno. La singola casa a patio può essere “assemblata” con altre case a patio senza variazioni nella tipologia, grazie al Sistema costruttivo Plastbau per le strutture portanti verticali e orizzontali; ciò ha permesso di creare un edificio aggregato su due o tre livelli con distribuzione a ballatoio esterno. Una delle caratteristiche che si è voluto ottenere, è quella di riconoscere nell’edificio aggregato i prospetti delle unità singole, come se l’edificio nella sua complessità fosse ottenuto con una sorta di “copia e incolla”.

Come ha affrontato il tema del risparmio energetico?

I due volumi che ospitano la zona giorno e la zona notte, sono coperti con falde inclinate realizzate mediante solai inclinati, costituiti da pannelli casseri autoportanti Plastbau Metal. Il rivestimento di copertura delle falde è costituito da pannelli fotovoltaici che permettono di assolvere al fabbisogno energetico dell’unità abitativa. Le pareti verticali, invece, sono realizzate con setti portanti della serie “Muro Plastabau3”, e aventi una finitura esterna in ceramica, in modo tale da ridurre al minimo la trasmittanza verso gli ambienti interni nella stagione calda. La presenza del patio alberato, inoltre, permette nei mesi estivi di creare una ventilazione naturale degli ambienti, così da minimizzare il consumo di energia da destinare alla climatizzazione. È previsto, inoltre, un sistema di riscaldamento geotermico.

Arch. Stefano D’Alessandro

 

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