COME CLASSIFICARE GLI EDIFICI DAL PUNTO DI VISTA DELLA RESISTENZA SISMICA?

Al giorno d’oggi, quando ci accingiamo ad acquistare o vendere una casa, è obbligatorio che l’edificio sia certificato e appartenga ad una classe energetica, per le nuove costruzioni i consumi dal punto di vista termico dovranno in un prossimo futuro essere quasi zero; all’opposto nulla o poco sappiamo se il nostro edificio dopo una forte scossa di terremoto sarà ancora utilizzabile e quali saranno gli aspetti di ricaduta economici e sociali dopo un forte evento sismico.

E’ un luogo comune della progettazione sismica quello di ritenere che le prestazioni che consentono alle costruzioni di far rimanere illesi gli edifici, anche a seguito di eventi sismici “violenti”, comportano costi insostenibili per il compratore.

La normativa italiana delle NTC 2008, le norme tecniche per le costruzioni,  definiscono i principi per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità e l’obbiettivo minimo è che l’edificio deve resistere al sisma affinché le persone che vi abitano riescano a salvarsi anche se l’edificio viene  lesionato nei punti nodali.

Su questo argomento è importante precisare che il progettista che calcola l’edificio può scegliere liberamente di utilizzare metodi di calcolo semplificati che non garantiscono che l’edificio rimanga in campo elastico al massimo grado di sisma previsto per quella zona; questo aspetto non comunicato correttamente può trarre in errore il committente sulle reali aspettative di vita dell’edificio così progettato e costruito. E’ possibile quindi, che non avendo utilizzato le tecnologie costruttive performanti, dopo un primo evento sismico l’edificio perda la sua abitabilità e debba essere staticamente riqualificato oppure abbattuto e successivamente ricostruito.

Questo è tipico degli edifici progettati con travi e pilastri che normalmente vengono calcolati usando i parametri geometrici previsti dalle NTC 2008, ma non con le reali forze sismiche alle quali deve resistere previste per quella zona. È quindi necessario interrogarsi e dare al consumatore e alla società altri parametri per riconoscere il valore reale dell’immobile immesso sul mercato.

Risulta ovvio porsi le seguenti domande:

Quale potrebbe essere il maggior valore atteso per un edificio sismo resistente?

Quali i minori costi sociali?

A questo proposito a mio avviso è necessario introdurre un criterio di classificazione degli edifici dal punto di vista sismico in modo  che il consumatore possa fare una scelta consapevole e che valorizzi gli edifici in grado di resistere alla massima azione del sisma rimanendo sempre efficiente  anche alle successive scosse sismiche da quelli che invece si lesioneranno e dovranno essere riqualificati o ricostruiti.

La tecnologia Plastbau di Poliespanso permette di progettare  e costruire l’edificio rispettando le normative sulla sismica e garantendo anche di resistere staticamente indenni al massimo grado di sismicità previsto per quella zona grazie alle notevoli caratteristiche dei materiali impiegati nel sistema costruttivo, la notevole rigidezza dei muri portanti con un ridotto peso proprio del solaio.

Il sistema costruttivo Plastbau, per sua intrinseca natura consente di ottenere “facilmente” prestazioni sismiche anche ben superiori ai minimi requisiti di sicurezza prescritti dalle principali normative internazionali e di potere soddisfare a costi contenuti le esigenze di durata in esercizio dell’edificio anche dopo un forte sisma.

Alberto Zacchè

 

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